
"Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattarsi di altro, perché amore e libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano. Ogni volta che vedi il tuo amore in conflitto con la tua libertà stai facendo qualcos'altro in nome dell'amore". Osho
Oggi 25 Novembre si celebra in tutto il mondo, la Giornata Internazionale contro la Violenza sulla donna. "Mai Più Nessuna" nasce dal bisogno di sensibilizzare tutte le donne verso questo terribile e attuale tema. "Mai più Nessuna" oltre ad essere il titolo che ho voluto dare a questo scritto, è un auspicio per il futuro, un pensiero dedicato a tutte le donne che nel loro cammino hanno avuto la sventura di incontrare e legarsi a uomini violenti. L'orco cattivo spesso non è lo sconosciuto o il malvivente che si incontra per strada, ma è l'uomo che le vittime hanno amato, con cui hanno condiviso speranze, passioni, desideri, spazi ed esperienze. È dunque all'interno di una relazione significativa, ma altamente disfunzionale, che l'amore si trasforma in terrore, dolore, colpa, impotenza e vergogna. Lo stesso sguardo una volta amato ora fa rabbrividire, quelle mani che prima fondevano sicurezza non accarezzano più, ma sono diventate strumenti di terrore e di dolore. Le parole taglienti come spade, feriscono, umiliano, mortificano. Quando pensiamo alla violenza, vengono immediatamente alla mente immagini di visi lividi, deturpati dalle percosse, esiste purtroppo un altro tipo di violenza, quella psicologica che lascia segni profondi nell'anima di chi la subisce. Esistono atteggiamenti e parole che feriscono più dei pugnali, che quotidianamente vengono usati da alcuni uomini, per annientare le loro compagne strappandone ogni certezza e voglia di vivere. Questa è la storia di Francesca (nome di fantasia), giovane avvocato, che per anni ha subito violenze da parte del suo compagno. Francesca incontra Marco, ad una cena a casa di amici, tra i due nasce subito una grande intesa.
" Pensavo che fosse l'uomo della mia vita, era affascinante e brillante, diverso dagli altri uomini con cui ero uscita" . " La sua gelosia inizialmente mi piaceva mi faceva sentire importante, mi ripetevo mi ama, per questo è così geloso. Nessuno mai mi aveva mostrato tanto amore". Marco e Francesca vanno a vivere insieme. "Marco è sempre più geloso, mi ha anche chiesto di lasciare il lavoro, vuole che mi dedichi completamente a lui e alla casa…mah si! infondo lui guadagna bene, poi vorremmo dei figli, è giusto che io stia a casa ad occuparmi di loro…così anche lui è più tranquillo, non voglio farlo arrabbiare, quando si arrabbia mi dice certe parole". Ben presto Marco mette in atto tutta una serie di comportamenti volti a controllare e ad isolare Francesca. "Ieri abbiamo litigato, Marco non vuole che esca con le mie amiche, ho dovuto lasciare anche la palestra che frequentavo, perchè lui dice che lì ci vanno solo le poco di buono, stavolta era proprio fuori di sé, mi ha lanciato addosso una borsa. È colpa mia, lo so che è geloso, me la vado a cercare tutte le volte! Dopo mi ha chiesto scusa, è tornato con un mazzo di fiori e mi ha portata fuori a cena". Francesca è ormai entrata in una spirale di violenze psicologiche e fisiche. Tutto è iniziato in modo graduale, con una forma di controllo e di gelosia patologica, seguite da derisioni e squalifiche subdole, che sono state inizialmente accettate e giustificate. "Ormai non esco più senza di lui, non so più badare a me stessa, mi vergogno; lui continua a dirmi che sono un'incapace, che non so fare nulla. L'altra sera Marco ha invitato a cena alcuni suoi colleghi, volevo morire, continuava a dirmi che non capivo niente, mi ha dato più volte della stupida davanti a tutti; quando gli ospiti sono andati via, lui mi tirato l'ennesimo schiaffo perché con la mia goffaggine l'avevo messo in imbarazzo". Si effettivamente non ero molto di compagnia, mi sentivo inadeguata, potevo rilassarmi, Marco infondo ha invitato degli amici anche per me, per farmi passare una serata diversa". Francesca è stata gradualmente allontanata dagli amici, costretta con una scusa subdola a lasciare il lavoro (ti mantengo io, così tu potrai seguire meglio i nostri figli…), era vittima di umiliazioni, di squalifiche e di sospetti infondati. Non si rendeva conto delle violenze che subiva, al contrario si colpevolizzava. Bastava solo lo sguardo del compagno per farle provare terrore, bastava la sua presenza per farla sentire inadeguata, incapace di gestire la più semplice situazione. Francesca era costantemente esposta ad un clima di sarcasmo, derisione e oltre a sentirsi in colpa, iniziava a dubitare dei propri pensieri e delle proprie capacità di giudizio. "Tanto senza di me, non sei in grado di far niente, fai schifo, prova a lasciarmi rimarrai da sola, non riuscirai a trovare nessun altro, sarà la tua fine". Queste parole risuonavano continuamente dentro di lei come un eco doloroso, seguite da strazianti silenzi accusatori che facevano da preludio a strattonamenti, a calci e a schiaffi. Francesca dopo anni di umiliazioni e di violenze anche fisiche, trova il coraggio di spezzare le catene della violenza, di liberarsi della gabbia di dolore e sofferenze in cui Marco l'aveva rinchiusa. La chiave per poter uscire, la trova dentro di lei, decide di chiedere aiuto, si rivolge ad uno psicologo. Lentamente e faticosamente inizia la sua rinascita. Sei vittima di violenza chi può aiutarti? Chiedi aiuto uno psicoterapeuta Una persona che ha subito maltrattamenti psichici e abusi, necessita di cure. Ha bisogno di liberarsi dai sensi di colpa, di riappropriarsi della propria dignità e individualità. Tutto questo può avvenire grazie all'aiuto di uno psicoterapeuta. La psicoterapia mira ad aiutare la donna, a riconoscere i giochi relazionali che l'hanno resa vittima del proprio aguzzino e alla rielaborazione dei vissuti traumatici, con lo scopo di integrarli nel continuum dell'esistenza. Chiama il 1522. Il 1522 è un numero di Pubblica Utilità sostenuto dal Dipartimento per le Pari Opportunità, attivo 24h/24, 365 giorni all'anno, rivolto alle vittime di ogni forma di violenza.
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