“Non posso giocare con te…non sono addomesticata”…
“Cosa vuol dire addomesticare?
È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…”
Antoine De Saint-Exupéry
“Creare dei legami? Certo …Tu fino ad ora, per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini e non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a cento mila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro: Tu sarai per me unico al mondo e io sarò per te unica al mondo…Se tu vieni per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità…” Antoine De Saint-Exupéry Ecco in poche e semplici parole come la relazione appare agli occhi di un bambino: pura felicità. IL BISOGNO DI RELAZIONE É UNIVERSALE NON DIMENTICHIAMOLO.
“Non camminare dietro a me, potrei non condurti. Non camminare davanti, potrei non seguirti. Cammina soltanto accanto a me…”
Albert Camus
Il bisogno di relazione e di comunicazione è universale. Veniamo al mondo grazie ad una relazione e cresciamo all’interno di reti relazionali. Quando nasciamo, non siamo in grado né di pensare, né di parlare, è solo attraverso una relazione significativa che impariamo gradualmente ad integrare e a dare un nome alle innumerevoli sensazioni che ci pervadono, trasformandole in pensieri, parole ed emozioni. In questa dimensione dialogica e relazionale dell’uomo, si inserisce la comunicazione. La comunicazione è un bisogno vitale e pervade ogni istante della nostra vita. Il primo assioma della comunicazione sottolineando l’impossibilità di non comunicare lo mette in evidenza. La comunicazione è relazione, chi racconta demanda di essere riconosciuto, accolto. Ascoltare significa accogliere, aprirsi all’altro. In Italia circa sette bambini su mille sono autistici. Loro come gli altri bambini, richiedono di essere riconosciuti ed apprezzati per la loro unicità e individualità, hanno bisogno di esserci e di condividere le esperienze. Il bisogno di amore è universale. "...Un bel giorno nacque un piccolo unicorno che non era come tutti gli altri; poiché non sorrideva mai tutti lo chiamavano l' Unicorno Triste. Il piccolo Unicorno oltre a non sorridere mai, non si ergeva eretto, non galoppava fiero nella landa, non incrociava il suo corno con quello degli altri unicorni; anzi sembrava proprio che non li vedesse, che non li sentisse, che nulla gli interessasse. Faceva cose strane: si fermava ore intere ad osservare le foglie mosse dal vento, scuoteva ritmicamente il capo come se seguisse una musica tutta sua, non fissava mai lo sguardo su chi gli parlava e fuggiva spaventato se qualcosa o qualcuno lo toccava o se sentiva rumori forti… La mamma triste non sapeva più cosa fare! Era così bello! Eppure così diverso dagli altri." D.Pavan Come avviene per molti bambini autistici, il piccolo Unicorno Triste, vive rinchiuso in un mondo tutto suo e respinge la vicinanza degli altri. Solo con l'aiuto di "Ser Tartaruga" una tartaruga vecchia e saggia, simbolo del lavoro terapeutico, il piccolo Unicorno, riuscirà gradualmente a sentirsi accettato e a non avere più paura degli altri. Narrare, raccontare l'autismo, significa rendere dicibile, dare un significato ad atteggiamenti che se non compresi, possono apparire bizzarri ed essere quindi rifiutati. Penso che sia fondamentale permettere ai bambini anche più piccoli a cui tale fiaba è rivolta, di accostarsi alla diversità senza timore. Dr.ssa Annalisa Villa Psicologa, Psicoterapeuta 3498314546 #papà #madre #padre #figlio #psicologa #genitori #psicologo #genitore #terapia#mamma #figlia #disagio #cura #conflitto #figli #stoimpazzendo #pazzia #nausea#morire #nodoallagola #disturbo #attacchidipanico #paura #psicoterapia #psicologia#autismo
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